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I promessi sposi di Alessandro Manzoni: perché lo abbiamo odiato a scuola. Perché è il primo romanzo storico italiano. E perché Manzoni va letto e basta.
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David Copperfield di Charles Dickens: perché è un romanzo di formazione che mostra lo sfruttamento minorile e femminile nelle fabbriche durante la rivoluzione industriale. Perché è il romanzo a cui Dickens era più attaccato.
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I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij: perché è l’ultimo romanzo dell’autore e perché è ritenuto il capolavoro della letteratura ottocentesca e perfino di ogni epoca.
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Frankenstein di Mary Wollstonecraft Shelley: perché tutti abbiamo visto il film, ma quanti abbiamo letto il libro? E perché è il primo romanzo di fantascienza. Ma è anche un romanzo drammatico. E una bella narrazione epistolare.
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Moby Dick di Herman Melville: perché è considerato il capolavoro della letteratura americana di quella corrente definita “American Renaissance”, perché è una lettura che ogni ragazzo dovrebbe fare.
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Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas: perché è forse l’opera migliore di Dumas. Perché parla di ingiustizie e vendetta. E perché le fughe dai carceri sono sempre belle.
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I miserabili di Victor Hugo: perché anche questo è uno dei romanzi più importanti dell’800. Perché Hugo ci mostra i ceti più bassi della società.
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Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain: perché è un romanzo divertente e avventuroso. Perché narra della vita di un bambino del Sud degli USA. E, dato che ci siete, leggetevi anche il seguito-che-seguito-non-è: Le avventure di Huckleberry Finn, dove Twain dimostra ai lettori come si scrive un romanzo narrato da un ragazzo senza cultura.
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Il richiamo della foresta di Jack London: perché è un libro che racchiude l’essenza della natura selvaggia. Perché se ami gli animali, non puoi perderti questa storia. E a questo punto continuate la lettura con Zanna bianca, perché rappresenta un punto di vista opposto del romanzo precedente e perché ci fa capire molto dei cani e dell’uomo.
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Jane Eyre di Charlotte Brontë: perché è un romanzo che critica la politica e la società dell’Inghilterra vittoriana e è il capolavoro dell’autrice. Perché è una storia che risulta sempre attuale.
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Guerra e pace di Lev Tolstoj: perché è un capolavoro di tecnica narrativa e è epico e immenso come i fatti che descrive. Perché va oltre il romanzo storico.
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Dracula di Bram Stoker: perché è l’unica storia di vampiri che vale la pena leggere. Perché tutto il resto della letteratura sui vampiri non ha nulla di valido né originale. Perché Stoker riesce a spaventare con un romanzo epistolare.
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Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne: perché forse è il romanzo più noto di questo grande autore, perché ci porta in un incantato mondo sottomarino e ci fa conoscere l’enigmatico Capitano Nemo.
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Cuore di Edmondo De Amicis: perché forse è uno dei romanzi italiani più famosi. Perché ci parla di povertà, guerra, eroismo, scuola. Perché è un diario. Perché una raccolta di episodi. Perché è un’opera sempre valida.
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Incompreso di Florence Montgomery: perché è una storia drammatica e ci mostra la sensibilità di un bambino incompreso dagli altri, primo fra tutti dal padre.
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Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo: perché è il primo romanzo epistolare italiano. Perché parla di temi cari all’autore, come eroismo, patria, società.
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Tutti i racconti di Edgar Allan Poe: per conoscere tutti i lati del poeta maledetto. Perché Poe non è sinonimo di terrore, ma deve esser visto come un grande e versatile autore.
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Germinal di Emile Zola: perché è un inno ai minatori. Perché, meglio di altri, mostra al pubblico le condizioni dei lavoratori nelle miniere, il loro sfruttamento, la povertà, la fame, la morte.
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Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde: perché forse ci insegna che dobbiamo accettare lo scorrere del tempo e che tutto, prima o poi, svanisce, anche la bellezza.
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Quo vadis? di Henryk Sienkiewicz: perché ha permesso all’autore di ricevere il Premio Nobel per la letteratura. Perché ci fa conoscere il mondo della Roma imperiale con le sue differenze ideologiche.
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La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe: perché è forse la storia più famosa sulla schiavitù d’America. E perché è un classico che un tempo si leggeva da ragazzi.
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Il Rosso e il Nero di Stendhal: perché questo titolo simbolico nasconde la passione e la morte, perché è un grande romanzo psicologico e realistico sulla Francia del 1830.
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Fame di Knut Hamsun: per conoscere questo autore norvegese e la sua forza narrativa. Perché si parla di disoccupazione e stenti e di un personaggio che lotta per affermarsi come scrittore.
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Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro: perché è il capolavoro dell’autore e perché è una testimonianza dell’Italia a cavallo fra la prima e la seconda guerra d’Indipendenza.
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La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne: perché non è solo uno dei libri più venduti negli USA e uno dei capisaldi della letteratura americana del ’900, ma perché esplora il tema dell’adulterio nella società puritana.
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Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen: perché è il romanzo più famoso dell’autrice e ci dà un quadro chiaro e anche critico della società inglese provinciale di fine ’700.
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I Malavoglia di Giovanni Verga: perché è uno dei più famosi romanzi nostrani e ci mostra la Sicilia di metà ’800, una famiglia patriarcale con i suoi dolori, gli affetti e i destini dei vari personaggi.
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Canti di Giacomo Leopardi: perché la poesia va letta e perché qui siamo di fronte a un poeta unico. Sentiamo sempre parlare gli inglesi di Keats, Byron e Shelley. Be’, noi abbiamo, tra gli altri, Leopardi.
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Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: perché ha avuto una travagliata pubblicazione, rifiutato da due grandi editori e infine pubblicato, dopo la morte dell’autore, da un terzo editore. E perché divenne il primo best seller italiano, vendendo oltre 100.000 copie e vincendo il Premio Strega.
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Il grande Meaulnes di Alain Fournier: perché è una sorta di diario di scuola, di ricordi perduti. Perché è l’unica opera di questo autore francese scomparso nella Prima Guerra Mondiale.
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Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino: perché è un grande esempio di metanarrativa e di letteratura postmoderna. Perché dopo la lettura ti interrogherai sulla sua genialità di questo autore. Perché come italiano non puoi non leggere Italo Calvino.
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Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello: perché è un romanzo di riflessione, filosofico, una storia in cui l’autore sintetizza perfettamente l’individuo, essere che consiste di centomila aspetti e di nessuno.
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Il giuoco delle perle di vetro di Herman Hesse: perché ci porta in uno dei lontani e magici mondi di Hesse, nella sua complessa fantasia, nelle sue storie così profonde e fatte di tantissime altre storie.
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Viaggio al termine della notte di Louis Ferdinand Celine: perché è un romanzo folle, primo dell’autore, e perché è una storia nichilista e rappresenta uno stile narrativo nuovo e che lascia il segno.
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Una pinta d’inchiostro irlandese di Flann O’Brien: perché è un altro folle libro, un esempio di antiromanzo, perché è un romanzo che contiene un romanzo che ne contiene un altro ancora. Perché solo la mente di O’Brien avrebbe potuto partorirlo.
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Una giornata di Ivan Denisovič di Aleksandr Isaevič Solženicyn: per conoscere l’angoscia dei gulag e i tempi in cui ti davano 30 anni per semplici sospetti. Un romanzo che dura una sola giornata, ma che vi sembrerà non finire mai.
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Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald: perché ci fa conoscere un’America dei primi anni ’20, con i suoi peccati, i suoi miti e le sue contraddizioni.
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Don Camillo di Giovannino Guareschi: perché è un’opera che mescola satira e costume, che ci fa tornare indietro nel tempo, che mette a confronto Chiesa e Stato, religione e politica. Ma soprattutto perché è un grande esempio di storia italiana.
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Penna vagabonda di Virgilio Lilli: perché è un’opera famosa di un autore poco conosciuto, o troppo poco menzionato, ma è un’antologia di racconti di un grande giornalista e della sua penna vagabonda.
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La fattoria degli animali di George Orwell: perché è un grande romanzo satirico e ci dimostra che l’orchestra può cambiare, ma la musica non cambia mai.
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Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar: perché non è solo un romanzo storico, perché è anche una biografia, storia narrata in forma epistolare che ci mostra una Roma del II secolo d.C. Perché è il capolavoro dell’autrice e uno dei capolavori della letteratura moderna.
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Il buio oltre la siepe di Nelle Harper Lee: perché è un’altra testimonianza del razzismo che imperversava nell’America degli anni ’30 e perché ha fatto vincere alla scrittrice il Premio Pulitzer.
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Il nome della rosa di Umberto Eco: perché è un romanzo moderno ma scritto come se fosse un classico. Perché è un giallo storico che ci mostra un Medioevo crudele e realistico.
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Il Maestro e Margherita di Michael Afanas’evič Bulgakov: perché ci mostra la durezza dell’Unione Sovietica degli anni ’30 e perché è uno dei capolavori della letteratura russa. E perché è uno dei tanti romanzi che ha subito censure.
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La coscienza di Zeno di Italo Svevo: perché è uno dei più famosi romanzi italiani e uno dei capolavori della letteratura novecentesca e perché rappresenta una critica contro la psicoanalisi.
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Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust: perché è stata definita l’opera letteraria più grandiosa mai esistita. Perché è un romanzo monumentale in 7 volumi.
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Via col vento di Margaret Mitchell: perché è bene conoscere dal vero la storia da cui hanno tratto uno dei film più visti di sempre.
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Il processo di Franz Kafka: perché Kafka ci fa precipitare in storie apparentemente impossibili, ma che, a leggerle con attenzione, non sono altro che una distorsione romanzesca della realtà.
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Canne al vento di Grazia Deledda: perché Deledda è stata la prima scrittrice italiana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la letteratura. Perché nella sua narrativa c’è tutto il dramma dell’esistenza umana e ancor più lo si trova in questo romanzo.
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I ragazzi della Via Pál di Ferenc Molnár: perché è un classico per ragazzi. Perché parla di bande di ragazzini e di lotte di territorio. Perché è uno dei più famosi romanzi ungheresi.
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Il cucciolo di Marjorie Kinnan Rawlings: perché è una storia che racconta il rapporto di un bambino e un cerbiatto. Perché è una storia di separazione e dolore. Perché parla di impossibili convivenze.
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La montagna incantata di Thomas Mann: perché non è facile decidere quale opera leggere di questo grande autore, ma forse questo romanzo contiene molti temi cari a Mann.
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Favole di Esopo: perché sono storie antiche di 2500 anni, ma ancora valide e attuali. Perché da molte delle sue favole sono tratte espressioni che ancora usiamo.
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Fiabe di Fedro: perché ha ripreso l’opera di Esopo, riscrivendo molte delle sue storie in versi. Perché fu comunque un grande favolista, che ebbe successo solo in età moderna.
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Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi: perché è la favola più bella in assoluto. Perché è una favola tutta italiana. Perché può essere considerata una “favola di formazione”.
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Fiabe di Hans Christian Andersen: perché ha creato un corpus di storie che ancora si leggono, scrivendole direttamente dai suoi ricordi, dal folklore, dalle storie che sentiva da bambino.
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Fiabe dei Fratelli Grimm: perché hanno raccolto le storie della tradizione tedesca e hanno rielaborato antiche fiabe di altre paesi.
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Il meraviglioso mago di Oz di Lyman Frank Baum: perché è una favola allegorica e perché vi farà volare con la fantasia in una terra magica e lontana. Perché è stato bandito e polemizzato. E perché è la prima vera fiaba americana.
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Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll: perché è un romanzo allegorico e satirico, perché contiene il succo dell’epoca britannica del tempo, perché è una storia nata per gioco e divenuta di successo mondiale. È d’uopo leggere anche il seguito, Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò.
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Fiabe del Reno di Clemens Brentano: perché sono 4 fiabe che l’autore mai pubblicò in vita, nate dalla sua potente fantasia e dedicate al fiume Reno, fiabe così musicali e così magiche da diventare indimenticabili.
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Le mille e una notte: perché sono novelle avvincenti di terre lontane. Perché sono la testimonianza dei paesi orientali e storie così diverse fra loro e così piene di fantasia.
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Peter Pan di James Matthew Barrie: perché è una delle storie più famose al mondo e perché la sua genesi proviene da una storia drammatica, dalla prematura scomparsa del fratello dell’autore. E perché tutti noi, sotto sotto, vorremmo restare bambini per sempre.
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Passaggio a Nord-Ovest di Kenneth Roberts: perché è un romanzo storico sui rangers del ’700 durante la guerra franco-indiana e perché è una storia avventurosa e realistica.
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Tarzan delle scimmie di Edgar Rice Burroughs: perché è uno dei personaggi più famosi della letteratura e del cinema. Perché ha ispirato tante altre opere. Perché è un caposaldo del genere avventura.
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Dove porta il fiume di James Dickey: perché da questo romanzo hanno tratto il film cult “Un tranquillo week end di paura”. Perché è un’avventura epica e tragica alla deriva lungo un fiume di montagna. Perché ci mostra la depravazione dell’uomo e l’isolamento delle comunità montane.
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Il libro della giungla di Rudyard Kipling: perché è una raccolta di racconti sull’India, con il piccolo Mowgli tra i protagonisti, sorta di Tarzan indiano, che ha lasciato il segno e fatto divertire ogni lettore. Leggetevi anche Il secondo libro della giungla, con altre belle storie indiane.
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I Misteri della Jungla Nera di Emilio Salgari: perché è qui che l’indimenticabile Sandokan appare per la prima volta. Perché l’autore ci fa conoscere la dominazione inglese sull’India e la lotta per la libertà dei pirati.
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I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift: perché è un viaggio satirico e critico sui costumi e la società dell’epoca di Swift. E perché è molto di più che una serie di avventure nella terra di Lilliput e in quella dei giganti.
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Il viaggio sotterraneo di Niels Klim di Ludvig Holberg: perché è un romanzo poco noto, ma anticipa di oltre un secolo il più famoso Viaggio al centro della Terra di Verne. Perché anche questa storia è densa di satira e di avventure fantasiose e uniche.
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Robinson Crusoe di Daniel Defoe: perché, se hai sempre sognato di vivere in un’isola deserta come me, questo romanzo ti farà cambiare idea. Perché è la storia della sopravvivenza di un uomo in una terra isolata e senza possibilità di fuga.
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L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson: perché è la storia avventurosa di un ragazzo alle prese con i pirati e un viaggio fino a una lontana isola. E perché è uno dei più famosi libri per ragazzi e ha contribuito all’iconografia piratesca.